#lastitaly: a Nordest PMI e Forze dell’ordine i punti di riferimento della popolazione


Sondaggi - domenica 1 Maggio, 2016

La fiducia è come la benzina per un motore. Quando scarseggia si è costretti a rallentare. Può essere l’auto più bella e potente in assoluto, ma senza carburante è costretta a viaggiare piano, se non a fermarsi. Fuor di metafora, la fiducia è una risorsa tanto immateriale, quanto concreta, perché nella sua leggerezza alimenta le scelte quotidiane: è uno strumento di orientamento. E nel Nordest – in buona compagnia col resto del Paese – questa dimensione è rarefatta. Abbiamo fiducia negli imprenditori delle piccole e medie imprese, nelle Forze dell’ordine e del Presidente della Repubblica Mattarella. Se escludiamo le cerchie familiari, amicali e quelle più strettamente comunitarie, il credito di cui godono diversi attori collettivi e istituzionali risulta alquanto rarefatto. La popolazione appare restia e disincantata, talvolta disgustata. D’altro canto, anche solo rinviando agli eventi recenti (banche locali, corruzione,…), è facile comprendere i motivi che spingono la popolazione a simili orientamenti. Eppure la fiducia e la reputazione sono dimensioni fondamentali che indirizzano le scelte. A maggior ragione in un contesto altamente incerto come l’attuale, esse divengono un elemento prezioso cui appigliarsi. Tuttavia, non crescono spontaneamente, ma si sviluppano in virtù di azioni tangibili. Ci vuole molto tempo per sedimentare la fiducia, così come molto poco per perderla. La ricerca sulla fiducia della popolazione verso alcune istituzioni riflette ampiamente questo distacco, ma con alcune sorprese.

In primo luogo, sono tre gli aspetti cui i nordestini attribuiscono una valutazione positiva: i piccoli e medi imprenditori (69,5%), le Forze dell’ordine (63,1%) e il Presidente della Repubblica (51,2%). Gli esponenti dell’economia diffusa, della tutela della sicurezza e della garanzia istituzionale costituiscono i tre perni in cui la maggioranza si riconosce e attribuisce aspettative. Tutto il resto viene in secondo piano, e in diversi casi con valutazioni assolutamente marginali. Dunque, il Nordest assegna ai titolari delle PMI la reputazione maggiore. Le piccole e medie imprese costituiscono il tessuto connettivo del sistema produttivo, sono radicate sul territorio e negli anni – nonostante le difficoltà della crisi – hanno saputo resistere. Soprattutto, rappresentano un orizzonte plausibile anche per diversi lavoratori dipendenti. Basti considerare che – come dimostra la ricerca CMR-Centro Studi Confindustria – più della metà degli attuali imprenditori nordestini (59,0%) proviene dalle fila dei tecnici e degli operai. In questo senso, esiste una sorta di reciprocità fra ampie sfere di società e le imprese, cui viene attribuito un valore positivo. Reciprocità che alberga maggiormente in Veneto (71,7%) e in Trentino Alto Adige (69,6%), assai meno in Friuli Venezia Giulia (35,5%) dove la reputazione delle PMI è ben inferiore. A fianco di queste, troviamo due simboli di garanzia. Da un lato, le Forze dell’ordine quale presidio della sicurezza dei cittadini e della convivenza, soprattutto fra trentini e alto atesini (77,3%). È un apprezzamento aumentato negli anni, anche per il prezioso lavoro di aiuto e sostegno che in diverse occasioni offrono nelle missioni di pace, così come nelle emergenze. Dall’altro lato, la figura del Presidente della Repubblica Mattarella rimane un punto di riferimento stabile all’interno di uno scenario politico caratterizzato da fibrillazioni costanti, in particolare in Trentino Alto Adige (60,9%). A oltre vent’anni dalla scomposizione del quadro politico generato da Tangentopoli, infatti, il sistema dei partiti non ha ancora oggi trovato una sedimentazione, rendendo l’arena politica terreno di continue rotture e ricomposizioni, di cui si fatica a cogliere una direzione precisa.

In secondo luogo, distinguendo la fiducia attribuita agli attori dell’economia, da quelli delle istituzioni politiche e pubbliche, emerge nettamente come fra i primi esista una netta polarizzazione a favore dei titolari delle PMI su tutti gli altri. Pur con qualche differenza fra le tre regioni, dalla Banca d’Italia (23,1%) alle Associazioni degli imprenditori (13,4%), dai manager delle grandi imprese (17,4%) fino ai sindacati (10,6%) e alle compagnie di assicurazione (7,6%), sono tutti accomunati da un elevato grado di sfiducia. Per un verso, alle imprese più grandi, fra delocalizzazioni e chiusure, è attribuito il peso maggiore delle conseguenze della crisi e della disoccupazione generata. Per altro verso, la stretta sul credito, unita alle truffe perpetrate da alcuni istituti, sicuramente non aiuta a edificare un’immagine positiva del sistema bancario. Diversa si presenta la situazione per gli attori istituzionali. Anche su questo versante prevale un sentiment di sfiducia, ma è inferiore rispetto a quello dell’ambito economico. In particolare, l’UE ottiene un consenso elevato in Friuli Venezia Giulia (74,1%) e in Trentino Alto Adige (60,9%), assai più che in Veneto (38,5%). Così pure la magistratura che ha nelle due realtà autonome (FVG: 55,3%; TAA: 60,9%) un apprezzamento più elevato che in Veneto (49,8%). Più staccata è la fiducia verso il Governo (18,3%) e la stessa Chiesa (17,1%). Fanalino di coda è il Parlamento (3,4%), a rammentare una volta di più il distacco verso la politica.

Calcolando l’indice di fiducia, definito come valore medio alle risposte, emerge un esito paradossale. La fiducia più elevata in assoluto va ai titolari delle PMI, ma nel complesso si crede molto poco agli attori economici (indice fiducia: 15,5), con i friul-giuliani al punto più basso (14,0). Due sono i soggetti istituzionali cui si fa affidamento (Forze dell’ordine e Presidente Repubblica), gli altri ottengono valori più bassi, ma in media più elevati dell’ambito economico. Così, l’indice di fiducia sale a 17,2, con veneti (17,3) e trentini e alto atesini (17,7) più elevati della media. Dunque, in generale i nordestini sono sfiduciati. Ma, diversamente da quanto s’è soliti a credere, in misura maggiore verso gli attori dell’economia, piuttosto che delle istituzioni politiche e pubbliche. E per un Nordest che ha nel motore dell’economia uno dei suoi punti di forza, c’è da recuperare la benzina della fiducia.

Quotidiani Finegil, 1 maggio 2016

Corriere delle Alpi, 1 maggio 2016

Il Piccolo, 1 maggio 2016

Messaggero Veneto, 1 maggio 2016

Alto Adige, 6 maggio 2016

Daniele Marini

Nota metodologica

Community Media Research ha realizzato l’indagine che si è svolta a livello nazionale dal 22 marzo al 4 aprile 2016 su un campione rappresentativo della popolazione residente in Italia, con età superiore ai 18 anni. Gli aspetti metodologici e la rilevazione sono stati curati dalla società Quantitas. I rispondenti totali sono stati 1.997 (su 13.287 contatti). L’analisi dei dati è stata riproporzionata sulla base del genere, del territorio, delle classi d’età, della condizione professionale e del titolo di studio. Il margine di errore è pari a +/-2,2%. La rilevazione è avvenuta con una visual survey attraverso i principali social network e con un campione casuale raggiungibile con i sistemi CAWI e CATI. Documento completo su www.agcom.it