Italiani ed etica: tolleranti e tendenti al relativismo culturale
Sondaggi - lunedì 28 Luglio, 2014
Gli orientamenti degli italiani stanno mutando e appare sempre più evidente la distanza esistente fra il dibattito pubblico e l’esperienza diretta. La convivenza non istituzionalizzata (90,2%), il ricorrere alla fecondazione artificiale (84,8%) e la possibilità di richiedere l’eutanasia (75,9%), così come l’omosessualità (75,2%) sono questioni accettate dalla maggioranza della popolazione. La stessa pratica dell’aborto (61,0%), seppure in misura inferiore è ritenuta ammissibile. Ciò non significa che tali comportamenti siano attuati, segnalano piuttosto il grado di accettabilità sociale.
Nel contempo, vi sono alcune pratiche che ancora non ottengono una piena legittimazione. Sottoporsi a lifting (44,3%), fare uso di droghe leggere (44,1%) e ancora meno prostituirsi (27,4%) non rappresentano condotte condivise. E’ quanto emerge dall’indagine LaST, il Laboratorio sulla Società e il Territorio, realizzato da Community Media Research e promosso da Intesa Sanpaolo, che ha esaminato gli orientamenti della popolazione rispetto a comportamenti, in alcuni casi border line, che rinviano a dimensioni etiche e morali.
Le certezze tradizionali hanno lasciato spazio crescente alla sperimentazione individuale. Gli italiani si dimostrano tolleranti, ma con una tendenza al relativismo culturale: non condividono alcuni comportamenti, ma giustificano il fatto che altri li possano praticare. La dimensione della morale religiosa e, seppure in misura inferiore, quella dell’appartenenza politica continuano tuttavia ancora oggi a rappresentare momenti di socializzazione e di elaborazione di criteri utili a navigare in un ambiente sociale fluido e incerto.
Quattro profili sintetizzano gli orientamenti degli italiani: il gruppo prevalente è costituito dai tolleranti (49,2%) coloro che considerano abbastanza ammissibili i diversi comportamenti proposti, segue, a distanza, quello dei libertari (28,8%) che ritengono totalmente legittimati quasi tutti i modi di agire proposti. Entrambi gli orientamenti sono più diffusi presso le generazioni più giovani, fra i maschi, chi possiede un titolo di studio elevato ed è residente nel Centro-Nord Italia. In particolare, fra quanti non praticano assiduamente i riti religiosi ed esprimono un’attenzione e una militanza politica.
A distanza incontriamo il gruppo dei severi (12,4%) e degli intransigenti (9,6%), rispettivamente quanti valutano abbastanza inammissibili e del tutto inammissibili le azioni proposte, orientamenti evidenziati con maggiore frequenza dalla componente femminile, dalla popolazione più adulta, chi possiede un basso livello d’istruzione e abita nel Mezzogiorno. Di più, fra chi frequenta assiduamente i riti religiosi e si dichiara distante dalla politica.