Impresa e lavoro: nuove relazioni (Il Giornale di Vicenza)


Dicono di noi - venerdì 18 Novembre, 2016

CONFINDUSTRIA: LE ASSISE DI VICENZA, TREVISO E PADOVA.

Domani il grande raduno alla vigilia delle nuove trattative nazionali per Federmeccanica: è il tavolo decisivo «Contrattazione, è ora di cambiare le regole» Vescovi, Piovesana e Finco convocano a Marghera i 6 mila iscritti per chiedere ai vertici di categoria e sindacati di fare il salto: accordi flessibili per ridare competitività alle imprese e compensi ai lavoratori

Cambiare le relazioni tra imprenditori e lavoratori nelle imprese del Nordest: «Bisogna ridurre l’area di influenza dal punto di vista economico del contratto nazionale, che si impone di fatto sul 95% delle risorse che vanno messe in busta paga». È questa la parola d’ordine delle Assise generali che domani a Marghera vedranno insieme a tutti gli iscritti delle Confindustrie di Vicenza, Treviso e Padova che già due anni fa hanno creato il “Sistema Aperto” per avviare la libera circolazione delle 6 mila imprese iscritte tra gli uffici e i servizi offerti. E anche se gli accenti e la veemenza degli interventi varia a seconda delle diverse personalità, l’obiettivo di cambiare il sistema contrattuale italiano è quello che unisce con forza i tre presidenti Luciano Vescovi (Vicenza), Maria Cristina Piove-sana (Treviso) e Massimo Finco (Padova), ieri in video-collegamento da Hannover, nel lanciare l’evento di domani al Pala ExpoVenice «dove spero di vedere – rimarca Finco – almeno 2mila dei nostri associati. Perché solo così possiamo farci ascoltare dai nostri interlocutori». Perché bisogna cambiare la struttura dei contratti in Italia? Vescovi lo spiega coi numeri: «Il costo del lavoro per unità di prodotto in Italia, dal 2000 a oggi, è aumentato del 34,7%, mentre in Francia è calato del 2,3%, in Germania è sceso del -0,2% e in Gran Bretagna del -5,4%. Negli ultimi tre anni a livello generale il settore industriale qui ha erogato aumenti del 6% che erano calcolati sull’inflazione programmata, a fronte invece di una situazione reale di deflazione. Sono numeri, non parole.

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