Impresa è cultura (Corriere del Veneto)


Dicono di noi - domenica 29 Novembre, 2015

La ricerca – I dieci anni del Verdi di Pordenone
Da teatro ad «attore dello sviluppo»

Fuori dalla città, a neanche dieci chilometri da qui, le ruspe smantellano pezzo dopo pezzo le strutture che furono gloriosa epopea produttiva della Electrolux: l’«acquario» – come viene chiamato il palazzo di vetro di Porcia un tempo sede dell’azienda – ormai sovradimensionato, è svuotato e venduto. Traslocano gli uffici. Chi ha varcato recentemente la soglia dell’antico complesso che dava lavoro a migliaia di persone riferisce che anche il panorama è postindustriale, irriconoscibile. Con gli operai ricollocati o in attesa di ricollocamento e la parola «esubero» come nuovo mantra. Ma intra moenia, nel centro di Pordenone, è un’altra storia, quasi un bianconero. Alle soglie del Natale 2015 è una Pordenone diversa quella che si mette davanti alle vetrine, che fatica a riconoscersi nella città di qualche anno fa; e fa una certa impressione pensare che sia già passato un decennio dalla nascita del «nuovo» Teatro Verdi, nel cuore della città, puntualmente invaso, a ogni settembre, dalle folle portate nel nome del turismo culturale da quell’eccellenza italiana che è Pordenonelegge. Compie dieci anni, e c’è chi comincia a misurarli. Daniele Marini, sociologo dell’Università di Padova e fondatore di Community Media Research, ha intervistato in questi due mesi venticinque testimoni, per conto della società (che unisce diverse amministrazioni pubbliche) proprietaria del teatro. Quello che ne è scaturito è – c’era da giurarci – il ritratto puntuale di una società ormai totalmente terziaria.

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