#lastart (Giornale di Vicenza)


Dicono di noi - martedì 8 Marzo, 2016

Il laboratorio Cmr del sociologo Marini analizza a distanza di un anno il pensiero della popolazione: rispetto alla media italiana qui il 2016 incute più timore

Futuro? I veneti sono quelli più preoccupati

Sono cresciuti sia i pessimisti che quelli che temono un peggioramento delle condizioni per le famiglie In netta minoranza quelli che esprimono ottimismo

Il futuro? Non ci farà più ricchi: se tutto va bene, non saremo rovinati. Sarà per la crisi generale che si trascina dal 2008, sarà per la batosta vissuta in questi mesi dalle due grandi popolari regionali, ora trasformate in Spa, sarà perché da queste parti l’ottimismo a buon mercato non è di casa, ma sono i veneti – rispetto agli italiani e anche ai nordestini – a esprimere più preoccupazione di tutti su quello che ci aspetta dal punto di vista del benessere economico. È il sorprendente quadro che emerge dalla nuova indagine curata dal laboratorio Community Media Research diretto dal sociologo Daniele Marini. «Una dinamica frenata: sembra un ossimoro, ma è questa – spiega Marini – la prospettiva che i nordestini intravedono per la propria famiglia e per l’economia nei prossimi anni. D’altro canto, non si può dar loro torto. Ascoltandole notizie che provengono dai mercati finanziati e dalle istituzioni economiche non c’è di che stare allegri. La borsa è volatile e instabile; le stime di crescita mondiale sono positive, ma progressivamente riviste al ribasso». Dei famosi Brics, economie mondiali emergenti, Russia e Brasile sono in affanno e la Cina ha rallentato e si concentra sul mercato interno. Vicende internazionali come migrazioni, terrorismo, Siria, Libia, appesantiscono il quadro.

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